Lello Esposito

Intervista all’artista napoletano che si è affermato eseguendo sculture di Pulcinella, opere che si trovano a Dubai, Shanghai, Madrid.

Di Federico Mancuso

Lello Esposito è uno dei maggiori esponenti dell’arte italiana nel XXI secolo.

Le sue opere attingono dalla straripante iconografia partenopea; il Vesuvio, il corno, il teschio, Pulcinella, San Gennaro, tutti elementi rivisitati dall’ artista in statue e dipinti che fondono tradizione e contemporaneità, tanto da conferirgli lo status di «artista di culto».

Quale è stata la scintilla che ti ha acceso l’amore sfrenato per Pulcinella?

“Era il 1973, giravo per il Vomero, ricordo quel momento come se fosse ieri, l’emozione che ho provato vedendo uno spettacolo di marionette è indescrivibile, fatto sta che il giorno dopo sono entrato in una cartoleria ho comprato del Das e ho realizzato il mio primo Pulcinella. Da allora non mi sono più fermato. Attraverso le mie opere d’arte porto in giro per il mondo l’anima popolare di Napoli”.

Un’artista fortemente partenopeo, quindi, ma universale perché universali sono i simboli che rappresenta. Come da sempre sostiene il Maestro Esposito, “più profondamente si è attaccati alle radici di Napoli, più si è universali perché essa è città “mondo”, cioè un inesauribile contenitore di varia umanità”.

Il tuo studio si trova a Napoli in Piazza San Domenico Maggiore, nel cuore pulsante del centro storico.

 “Luogo che oggi è centro del turismo della città ma che quando iniziai il mio percorso artistico era un parcheggio”.

L’edificio simbolo della piazza è Palazzo Sansevero, monumentale palazzo cinquecentesco che lega la propria fama a due personaggi importantissimi per la storia di Napoli, Carlo Gesualdo e Raimondo di Sangro (singolare figura settecentesca di scienziato, alchimista, inventore ed esperto di strategia militare, che aveva nei sotterranei del palazzo il suo misterioso laboratorio).

A distanza di 300 anni questi luoghi rivivono: le scuderie di palazzo Sansevero e il laboratorio di Raimondo di Sangro sono prestigiosa sede rispettivamente dell’Atelier del Maestro Esposito (con la sua collezione privata) e dello studio dell’artista ove forgia e dipinge le sue opere.

Come artista come ti definisci?

“Popolare, non inteso come famoso, bensì come legato al popolo, parte di esso, e visceralmente legato a questa città”.

Questa frase del Maestro Esposito racchiude il senso del suo particolare rapporto con Napoli e i napoletani, con la gente in generale.

Il Pulcinella di Vico Fico al Purgatorio (centro storico di Napoli), è oggi l’opera più fotografata della città. Con una imponente istallazione posizionata nel 2013 avanti alla Reggia di Caserta – un corno rosso verticale di 13 metri che suscitò un animato dibattito pubblico – l’autore ha dato vita a un fenomeno artistico che ancora muove una forte economia non solo a Napoli: la realizzazione dei corni verticali. È questo un chiaro esempio delle sue metamorfosi: lavorare su un simbolo della tradizione per riproporlo in una nuova foggia.

Una maschera in pietra vulcanica dal peso di 40 tonnellate si staglia sulle pendici del Vesuvio.

È presente, inoltre, alla stazione della metropolitana di Salvator Rosa con un Pulcinella figurativamente viaggiatore del mondo.

Molto popolare e amato è anche il Pulcinella dal nome “Il Dubbio dell’uovo”; l’opera si trova nel parco Mascagna e l’artista l’aveva immaginata come dono ai bimbi del quartiere Vomero, ponendola infatti sul terreno, quindi alla loro altezza. Questo Pulcinella, le cui mani sono state rubate e sostituite con un cuore, ha accompagnato la crescita di tanti bambini, ora uomini e donne di Napoli.